Corso de' Michetti: si fa strada l'ipotesi di lavori parziali, lasciando il fondo in sanpietrini

TERAMO – Come da noi annunciato nei giorni scorsi (leggi qui) la nuova amministrazione comunale ha messo sul tavolo della discussione il futuro dei lavori di corso de’ Michetti e soprattutto la chiusura di quelli di corso San Giorgio. Con un’idea non dichiarata ma molto probabile: evitare di stravolgere il vecchio corso tra San’Antonio e Porta Reale, lavorando soltanto al rifacimento dei marciapiedi, mantenendo il selciato in sanpietrini ed evitando problematiche ancora più complesse, sotto il profilo dello scavo e del disagio per le attività commerciali della zona, di quelle vissute con il cantiere più a nord. E magari con i soldi risparmiati, provvedere a sistemare definitivamente e per bene, traverse disastrate del corso San Giorgio. E’ un’idea che sposerebbe anche i dubbi originari e confermati anche oggi nel corso della conferenza dei servizi, alla quale hanno partecipato il sindaco Gianguido D’Alberto e l’assessore al governo del territorio Stefania Di Padova, e fissata per discutere proprio del futuro di questi interventi sulle ‘stecche’ del centro storico. Stralciata la questione riguardante corso San Giorgio (come anticipato si andrà a un tavolo separato con l’Ati delle ditte esecutrici per una composizione bonaria con sistemazione finale delle vie Cerulli Irelli e Carducci, con messa in quota delle altre traverse, ricordando che la ditta ha comunicato riserve per 3 milioni di euro), alla conferenza si è parlato della possibile variante ai lavori previsti dal progetto. La questione è aperta: sulla deleteria esperienza vissuta con l’altro cantiere, il Comune non vuole ripetere gli errori dell’amministrazione Brucchi e, d’accordo con la direzione lavori, la sovrintendenza e i principali gestori dei cosiddetti sottoservizi (2i Rete Gas, Ruzzo, Enel, Fastweb e Tim) stanno valutano la possibilità di lavori meno impattanti sul tracciato verso Porta Madonna. Come? Come detto con uno scavo più superficiale che sì, toglierebbe alla Sovrintendenza l’occasione per ‘ricostruire’ il sottosuolo ricco di reperti, ma sicuramente avrebbe tempi più brevi e disagi minori. Prima di entrare nel vivo della valutazione dell’ipotesi che abbiamo svelato, la conferenza dei servizi si è aggiornata a una decina di giorni per permettere alla Ruzzo Reti, che si è offerta di verificare la fattibilità della separazione tra acque bianche e acque nere, nonostante uno scavo più superficiale.